Non è vero che è bello ciò che piace, perchè, in Natura, è bello ciò che è bello!
Quando parliamo di Biodiversità, non è solo di analisi botanica della Flora e della ciclicità della Fauna di un determinato specchio geografico, che stiamo discutendo, o delle implicazioni storico antropologiche che vi sottendono. Infatti, parliamo anche di sensazione del Bello, di ciò che produce attrazione inconsapevole. Il modo con cui reagiamo al contatto visivo e fisico con un contesto, cioè l'emotività che scaturisce dalla percezione di un paesaggio, ha natura biologica primordiale. Un paesaggio fin dalle radici della presenza dell'Uomo sulla Terra, può attivare reazioni di allontanamento repentino, fino alla fuga, in quanto percepito come minaccia. Oppure, calma, sintonia profonda, fino all'estasi e quindi attrazione. E' un'esperienza che certamente ognuno ha provato e, innegabilmente, ciascuno è in grado di attribuire una forte emotività alla relazione tra paesaggio e se stessi. La Natura ci ricorda che il 'senso del bello' ha radici biologiche ed è universale. Se misuriamo il senso del bello confrontandolo con la Biodiversità di un contesto, in cui, ad esempio, si siano sviluppate varietà di colori, di suoni, di profumi e di fattezze, che generano armonia con la nostra presenza fisica, con l'idea di permanenza ed evoluzione storica, con la sensazione di equilibrio e cultura antropica, è evidente che il fattore di attrattività e piacere diventi una fatto comune a tutti noi, cioè una questione universale. Ciascuno con proprie sfumature emotive, con personali rimandi figurativi e psicologici, affermerà convintemente: "Che Bello!"
Difendere la Biodiversità, equivale a difendere la Bellezza Universale. è, innanzitutto, un obbligo morale una questione che non concerne solo noi stessi, ma gli altri, la Storia ed il Futuro.